venerdì 17 febbraio 2012

Veneto City, l’urbanistica ai tempi del leghismo reale


febbraio 13, 2012 
“Dovere, dignità, lavoro e responsabilità personale sono i valori che ha sempre sostenuto, fortemente radicati nelle tradizioni brianzole di profonda matrice cristiana.
L’obiettivo che si prefigge, come leghista e come brianzola, è contribuire a difendere il territorio brianzolo già tremendamente ferito dalla cementificazioneirresponsabile e di salvaguardare la cultura e la comunità brianzola minacciata dalla globalizzazione.”
Così si presenta la signora Donatella Galli, sposata con due figli, artigiana del legno e consigliera della Lega Nord nel consiglio provinciale di Monza/Brianza.
Ci sta, no?
Infatti, l’Italia ama i Valori Assoluti.
Anzi, due sistemi di valori assoluti, perfettamente inconciliabili e in eterna lotta tra di loro, due rette parallele che non si incontreranno mai, sebbene – con qualche strappo alle regole della geometria – riescano sempre a scontrarsi.
Come definire le due rette dipende da quella per cui tifi.
Se appartieni alla retta A, dirai, “c’è chi cerca di fabbricare un melting pot di sradicati, e chi difende le nostre radici”.
Se appartieni alla retta B, dirai, “ci sono quelli che sono aperti al mondo, e quelli che si chiudono nella loro gretta nicchia identitaria”.
Si chiama il Gioco del Destrasinistra, ed è fondamentale per la mobilitazione emotiva.
Il problema è che quando giochi solo con i simboli e le astrazioni, vince sempre il banco.
Prendiamo un esempio.
Dolo è una cittadina lungo le rive del Brenta, a metà strada tra Cazzago e Cacco. Un tempo luogo in cui i signori di Venezia se la spassavano in splendide ville mentre i contadini mangiavano polenta a giorni alterni, Dolo è nel bel mezzo del Triangolo della Grappa, dove si sogna la Fabbrica dello Zucchero Filato  e dove nuota lo Squalo di Pozzanghera.
E’ terra ricca di fermenti, come dicono, se pensiamo che da quelle parti opera Mario Attombri, “guru unico al mondo”; e proprio a Dolo è nata una nostra vecchia conoscenza, il tele-esoterista Giorgio Medail.
Dolo del Brenta non va confuso con un altro Dolo, un polveroso villaggio etiope che attualmente ospita qualcosa come duecentomila profughi dalla Somalia; però anche il Dolo veneto si è trovato infilato nel Flusso Globale.
Infatti, Dolo sta per diventare la sede di qualcosa che si chiamerà Veneto City, grandiosa colata di cemento su terreno attualmente agricolo: ovviamente il vero nome del progetto è Veneto Green City, che fonde prevedibilmente l’anglo con l’eco.
Veneto Green City, un nome un programma, sarà il più grande centro polifunzionale d’Europa, che è un eufemismo per una città privata, una sorta di feudo post-moderno. Uno di quei non luoghi planetari, che ogni  giorno sarà frequentato – prevedono entusiasti i costruttori – da 70.000 macchine, e ogni sera si svuoterà.

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