domenica 26 febbraio 2012

Ieri un duro attaco alla democrazia! No TAV, testimonianza del prf. Zucchetti

6/02/2012 13:46 | POLITICA - ITALIA | Fonte: rifondazione.it
No Tav, testimonianza prof. Zucchetti
120226scontri_notav Dopo la grande manifestazione di oggi, le 80000 persone, il sole, le bandiere, i visi sorridenti e la grande, magnifica calma di tutti, mi sentivo davvero in pace col mondo. Almeno fino a domani.
Mi sono poi recato a sentire Pino Masciari e Salvatore Borsellino a Sant’Ambrogio, serata del Grande Cortile, per parlare di legalità con Davide Bono, organizzava Gregorio Fontana. Bellissima conferenza.
Nel frattempo sono inziate ad arrivarmi le notizie orribili da Porta Nuova. Ho iniziato a guardare in rete, poi ho telefonato, su suggerimento di un amico, Luigi, a Giorgio Cremaschi, leader della FIOM, che aveva visto tutto.
Alla fine, sono stati gli organizzatori a chiedermi un intervento, dopo quelli dei relatori e prima delle conclusioni di Sandro Plano. Ho detto questo, più o meno.
Devo parlarvi di un fatto grave successo due ore fa, a Torino. Dopo la più bella e partecipata e pacifica manifestazione della storia della valsusa, ragazzi di Milano, Asti e altre città sono tornati in treno a Torino, per poi prenderne uno verso casa, tutti credo molto stanchi, felici e con nessuna voglia di altro se non tornare tranquilli.
A Porta Nuova hanno trovato un vero e proprio agguato. Il signor Spartaco Mortola è ora a capo della Polizia Ferroviaria di Torino, dopo essersi così distinto nei fatti della Caserma Diaz a Genova nel 2001 da meritare due condanne, in primo e secondo grado, e la proposta di interdizione per 5 anni dai pubblici uffici.
Nonostante ciò, è stato posto nell’agosto scorso a capo della polfer, e oggi ha compiuto il suo “dovere”. Centinaia di agenti in tenuta antisommossa attendevano i ragazzi NOTAV con un vero e proprio agguato, ripetiamo. Le testimonianze parlano di un impedimento fisico a tutti coloro che avessero un aspetto da “centrosociale” di salire sui treni, pretendendo la mancata presentazione del biglietto. Di solito la “polfer” non verifica i biglietti, questo lo fanno i controllori, ma si sa, questo è un caso speciale. Come si sarebbe fatto, se no, a “creare” l’incidente, tanto voluto e non verificatosi per nulla in Valsusa, dove i manifestanti, ripeto 75/80.000, avevano VINTO?
A quanto pare, i ragazzi di Milano viaggiavano in gruppo e avevano un biglietto cumulativo – per avere sconto – che supponevano includesse anche il ritorno e non solo l’andata. COME SAPEVA LA POLFER IN ANTICIPO TUTTO CIO’ IN MANIERA DA TROVARSI LA’ PRONTA? Lascio questa mia riflessione a chi la vuole approfondire.
Comunque: una prima carica della polizia – con rincorsa di 20 metri – è avvenuta a danno del gruppetto, totalmente PACIFICO, di ragazzi-rappresentanti che si erano avvicinati per capire semplicemente cosa volessero impedire tutti questi poliziotti.
Dimostrando una presenza di spirito e una calma che al sottoscritto sarebbe difettata, è stata concordata una integrazione del biglietto che permettesse il ritorno a Milano. Si noti come nessuna alacrità del genere viene mai applicata in caso di partite di calcio. Bravi e onesti i ragazzi milanesi. Non so gli altri, coinvolti in questo agguato, come abbiano trattato l’incredibile privilegio di salire su un treno delle FS dichiarandosi disponibili a pagare.
Fatto sta che, mentre i ragazzi si disponevano sul binario per salire sul treno per Milano, sono stati caricati alle spalle, con una rincorsa di circa 50 metri, dalla polizia ampiamente manganellante, letteralmente scatenata. Diversi contusi, tre feriti seri. Per i feriti delle “forze dell’ordine”, credo basterà prendere i loro numeri ufficiali, dividerli per 10, e vi ricavate il dato da soli. IO, questa notte, non ho voglia di parlarne!
Una testimonianza per tutte, quella di Pinuccia: Guarda il video !
Giorgio Cremaschi ed alcuni altri, già a bordo del treno, vedono i poliziotti menare come forsennati manganellate persino contro i finestrini. A questo punto scendono – e va rimarcato il loro coraggio – per protestare. Parlano con alcuni agenti della digos, pare anch’essi addirittura preoccupati dall’esplosione di violenza dei colleghi. Ottengono che i ragazzi, feriti inclusi, possano finalmente salire sul treno e tornare a casa in pace.
Cito due casi che mi toccano personalmente, perché è giusto farlo. Luigi, un amico, ha avuto la testa spaccata e gli hanno dato sette punti in ospedale. Pinuccia, una adorabile compagna dell’astigiano che avevo salutato due ore prima, è stata sbattuta a terra e manganellata e se l’è cavata con una forte contusione alla zona parietale destra. Sono solo DUE che conosco.
Io, sinceramente, mi vergogno. Mi vergono di essere concittadino delle persone che hanno ordito questo agguato. Mi sento umiliato.
Io in questi giorni ho invitato tutti i manifestanti alla calma e ho anche affermato che era preferibile contestare il Procuratore Caselli non facendogli troppa pubblicità gratuita e mettendolo dalla parte della vittima.
Mi sento perciò ora – forse più di altri – in grado di rivolgere un appello, fatto però alla fine con la mia semplice forza di cittadino.
SE ESISTE UNA GIUSTIZIA, chiedo che questa giustizia si occupi dei fatti avvenuti a Porta Nuova il 25 febbraio 2012, così come è stato, finora, solo a senso unico per giunta, per il 27 giugno 2011 e il 3 luglio 2011. DOVE E’ LA GIUSTIZIA IN ITALIA? COSA CI DISTINGUE DAL CILE DI PINOCHET DEL 1973? GENOVA 2001 NON HA INSEGNATO NULLA? Quali giustificazioni verranno chieste al signor Spartaco Mortola? Attendiamo, nonostante tutti i fatti ci inducano al pessimismo, una risposta. Forse, un briciolo di speranza deriva dall’aver ascoltato le parole di Salvatore Borsellino. GIUSTIZIA ITALIANA, DOVE SEI, SE CI SEI?
Prof. Dr. Massimo Zucchetti
Dipartimento di Energetica, Politecnico di Torino

La ballata dell'amore cieco

Questa me la dedico Faber era ed è  uno dei mie preferiti penso non ci siano altri cantautori per me come lui... con cui mi sono sempre sentita in piena sintonia.A volte mi sembra di leggere  i miei pensieri nelle sue canzoni. http://www.youtube.com/watch?v=SEN_-q2fGZI&feature=related

venerdì 17 febbraio 2012

Vita breve per i crimini industriali

Vita breve per i crimini industriali

Riceviamo e pubblichiamo, anche se la fonte è anonima. Speriamo di non urtare la sensibilità di nessuno.
Dopo la sentenza Eternit nasce Interforum Un’ong contro i crimini industriali nel mondo
L’avvocato Sergio BonettoLa rete europea di avvocati impegnati nei processi sull’amianto battezza un’organizzazione specializzata nella tutela della salute e dell’ambiente. Sergio Bonetto: “Cominceremo dai rifiuti speciali spediti in Africa e in India, dove le autorità locali non agiscono”
La loro collaborazione ha funzionato e ora gli avvocati europei delle vittime dell’amianto rilanciano la sfida con una ong. Si chiama Interforum e si batterà contro i crimini industriali internazionali. È stata presentata a Torino il giorno dopo la condanna degli ex vertici della Eternit, dal presidente dell’organizzazione, Jean-Paul Teissonière, dal segretario Sergio Bonetto e dall’avvocato belgaJan Fermont. Al momento fanno parte del gruppo (con sede a Parigi) quindici tra avvocati, giuristi ed esperti medico-scientifici, ma l’obiettivo è allargare la rete per permettere alle vittime di disastri industriali di ottenere giustizia.
“Eravamo degli avvocati ‘dispersi’ in Paesi diversi e lavoravamo sulle responsabilità penali dell’Eternit ciascuno per conto proprio”, spiega il presidente. Poi, con l’inizio dell’inchiesta e durante il processo i legali hanno iniziato a collaborare scambiando idee e documenti, conseguendo risultati nei rispettivi paesi, come spiega Fermont: “Per la prima volta abbiamo ottenuto un processo civile in Belgio con una condanna. I giudici hanno stabilito che per decenni l’Eternit ha inquinato lucrando. Ciò è stato possibile perché per dimostrare l’azione dell’azienda ho utilizzato i documenti di Torino e quelli francesi”.
Si soffermeranno ancora sul caso della multinazionale dell’amianto per tentare di sanare le differenze fra tre Stati in cui l’azienda ha operato con metodi uguali, ma dove la giustizia ha preso corsi differenti: “Il nostro desiderio è di esportare il modello di Torino”, dice il francese. L’intenzione di Teissonière e colleghi è “passare dalle differenze all’armonizzazione nel trattamento del processo” perché “in Italia si considera quanto accaduto un crimine collettivo con gravità penale, mentre in Francia e in Belgio no, perché l’ordine pubblico non è stato danneggiato. Da noi la definizione di disastro ambientale non c’è, non si incrimina per un reato alla collettività, ma per il singolo omicidio colposo”. Per questo hanno già organizzato un convegno a Parigi a cui parteciperà il sostituto procuratore Raffaele Guariniello con una relazione sulle nuove frontiere del diritto penale adottate nei processi ThyssenKrupp ed Eternit. Ma questo non è l’unico ambito d’azione di Interforum.
“Oltre il dossier Eternit ci sono altre sfide da affrontare insieme”, afferma Teissonière, e Fermont conferma: “Ci sono molti problemi e crimini industriali sul pianeta. Bisogna completare il puzzle delle responsabilità delle multinazionali”. Bonetto fa un esempio: “Vogliamo essere molto pratici. Sceglieremo i casi di rilevanza internazionale, come la questione dei rifiuti speciali inviati verso l’Africa o l’India, dove le istituzioni non sembrano interessate ad agire. Cercheremo di ricostruire i diversi tasselli in modo da avere un quadro concreto da presentare alle autorità”.
La volontà è evitare che disastri come quello di Bhopal restino impuniti: “Non siamo in grado di affrontare tutti i problemi del mondo, ma proveremo a ottenere qualcosa”. Per tentarci gli avvocati, i giuristi, ex magistrati (tra cui Mario Vaudano, ex consigliere giuridico all’Olaf, ufficio europeo contro le frodi) di Interforum puntano a usare vari metodi, dalla formulazione di leggi e l’ideazione di istituzioni internazionali capaci di perseguire questi reati, fino al sostegno giuridico delle vittime di disastri industriali.
Una sfida non facile, considerando i pool di legali a disposizione delle multinazionali. Solo Stephan Schmidheiny al processo di Torino era difeso da una ventina di avvocati: “Noi abbiamo un vantaggio – afferma Bonetto -. Senza una gerarchia siamo più agili e spontanei, contiamo di superare così le differenze di patrimonio”. Inoltre potranno vantare sulla collaborazione di associazioni di vittime, ambientalisti e sindacati.
Un risultato l’hanno già ottenuto, dice ironicamente Bonetto: “L’Eternit francese ha denunciato Teissonière per diffamazione. Anche Oltralpe avremo un processo Eternit”.

Ambulanza a pagamento, un problema anche per i disabili: Asl valuti la gravità del paziente

Ambulanza a pagamento, un problema anche per i disabili: Asl valuti la gravità del paziente

Di Redazione VicenzaPiù | oggi alle 14:21 | 0 commenti
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Antonella Zarantonello Dipartimento Sociale-Sanità-Disabilità Prc FdS - Dal 15 febbraio chi chiede l'intervento dell'ambulanza senza che siano riscontrate le caratteristiche di urgenza dovrà pagare 150 euro. Nel senso che se l'infortunato o il malato può essere trasportato con mezzi privati o se vi è una ricerca di persone rimaste infortunate in ambienti ostili si paga. Segnalo che questo problema sussiste già anche per i disabili gravi, i quali, quando non trovano un'ambulanza libera per recarsi a una visita a volte urgente, sono costretti a chiamare una privata che l'Asl non rimborsa.
E così il disabile grave e non facoltoso deve spostare la visita aumentando, così, la patologia di dolore già in corso o pagarsi di tasca propria l'ambulanza privata.
C'è da chiedersi come il comune cittadino che non ha nozioni in pronto soccorso e cure mediche, possa essere in grado di comprendere quando realmente i sintomi della persona che ha di fronte bisognosa di soccorso siano gravi da chiamare il 118 o quando non lo sono? In caso di incidente, chi si assume il rischio del trasporto dell'infortunato, a chi compete?
Ci sono casi che all'apparenza non sono gravi, ma che poi lo sono. Ci sono casi - vedi cadute - in cui sarebbe meglio non spostare l'infortunato, poiché si potrebbe far peggio. E in caso di attacco epilettico, di cuore o di insufficienza respiratoria, come si deve comportare il cittadino nel dar soccorso?
Si capisce che una normale influenza non ha bisogno del 118, ma mettere a carico dei cittadini il servizio, poiché un soggetto malato o infortunato, può essere trasportato con mezzi privati, tra l'altro a rischio e pericolo del soccorritore non competente è eccessivo.
L'intervento dell'ambulanza deve essere gestito dall'Asl che deve valutare la gravità del paziente non sul fatto che possa raggiungere con altri mezzi il pronto soccorso, ma per la gravità dei sintomi che l'operatore deve valutare in base alla chiamata. I cittadini non si possono sostituire agli operatori sanitari.

Veneto City, l’urbanistica ai tempi del leghismo reale


febbraio 13, 2012 
“Dovere, dignità, lavoro e responsabilità personale sono i valori che ha sempre sostenuto, fortemente radicati nelle tradizioni brianzole di profonda matrice cristiana.
L’obiettivo che si prefigge, come leghista e come brianzola, è contribuire a difendere il territorio brianzolo già tremendamente ferito dalla cementificazioneirresponsabile e di salvaguardare la cultura e la comunità brianzola minacciata dalla globalizzazione.”
Così si presenta la signora Donatella Galli, sposata con due figli, artigiana del legno e consigliera della Lega Nord nel consiglio provinciale di Monza/Brianza.
Ci sta, no?
Infatti, l’Italia ama i Valori Assoluti.
Anzi, due sistemi di valori assoluti, perfettamente inconciliabili e in eterna lotta tra di loro, due rette parallele che non si incontreranno mai, sebbene – con qualche strappo alle regole della geometria – riescano sempre a scontrarsi.
Come definire le due rette dipende da quella per cui tifi.
Se appartieni alla retta A, dirai, “c’è chi cerca di fabbricare un melting pot di sradicati, e chi difende le nostre radici”.
Se appartieni alla retta B, dirai, “ci sono quelli che sono aperti al mondo, e quelli che si chiudono nella loro gretta nicchia identitaria”.
Si chiama il Gioco del Destrasinistra, ed è fondamentale per la mobilitazione emotiva.
Il problema è che quando giochi solo con i simboli e le astrazioni, vince sempre il banco.
Prendiamo un esempio.
Dolo è una cittadina lungo le rive del Brenta, a metà strada tra Cazzago e Cacco. Un tempo luogo in cui i signori di Venezia se la spassavano in splendide ville mentre i contadini mangiavano polenta a giorni alterni, Dolo è nel bel mezzo del Triangolo della Grappa, dove si sogna la Fabbrica dello Zucchero Filato  e dove nuota lo Squalo di Pozzanghera.
E’ terra ricca di fermenti, come dicono, se pensiamo che da quelle parti opera Mario Attombri, “guru unico al mondo”; e proprio a Dolo è nata una nostra vecchia conoscenza, il tele-esoterista Giorgio Medail.
Dolo del Brenta non va confuso con un altro Dolo, un polveroso villaggio etiope che attualmente ospita qualcosa come duecentomila profughi dalla Somalia; però anche il Dolo veneto si è trovato infilato nel Flusso Globale.
Infatti, Dolo sta per diventare la sede di qualcosa che si chiamerà Veneto City, grandiosa colata di cemento su terreno attualmente agricolo: ovviamente il vero nome del progetto è Veneto Green City, che fonde prevedibilmente l’anglo con l’eco.
Veneto Green City, un nome un programma, sarà il più grande centro polifunzionale d’Europa, che è un eufemismo per una città privata, una sorta di feudo post-moderno. Uno di quei non luoghi planetari, che ogni  giorno sarà frequentato – prevedono entusiasti i costruttori – da 70.000 macchine, e ogni sera si svuoterà.

inizia l'era della privatizzazione "DELL'ASSISTENZA E LE CURE ", lgli interessi DI BANCHE E ASSICURAZIONI

inizia l'era della privatizzazione "DELL'ASSISTENZA E LE CURE ", lgli interessi DI BANCHE E ASSICURAZIONI

pubblicata da Cristiano Pavarin il giorno venerdì 17 febbraio 2012 alle ore 8.49 ·
Sabato scorso presso la sede della  fondazione Opera Immacolata Concezione in località Mandria in provincia di Padova , il presidente dello stesso istituto di assistenza ha presieduto un pubblico incontro per presentare un progetto di polizza assicurativa  privata riferito agli anziani non autosufficienti.
Il progetto , rappresenta una vera rivoluzione allo stato assistenziale italiano ,in quanto affiderà ad una polizza assicurativa privata l'ultima stagione della vita, aprendo nei fatti, la strada verso la privatizzazione dell’assistenza e le cure nei confronti degli anziani non autosufficienti.Questo nuovo  “prodotto assicurativo” è il frutto della collaborazione tra la Cassa di Risparmio del Veneto e Intesa San Paolo Assicura, con il sostegno del presidente del Censis Giuseppe De Rita , per l’occasione era attesa la significativa presenza della signora ministra Elsa Fornero che all’ultimo momento ha dato forfait per ragioni di impegni di Governo riconoscendo comunque positivamente il significato e il valore dell’iniziativa .
Mi preme ricordare come la stessa Ministra Fornero abbia recentemente assolto incarichi importanti proprio per conto del gruppo Intesa San Paolo dove ha svolto la funzione di Vice Presidente del Consiglio di Sorveglianza (2010-2011) e di vice Presidente della Compagnia di San paolo (2008-2010)
Trovo sia davvero curioso come in coincidenza dei  tagli  da parte di questo Governo, che con le due manovre finanziarie ha ridotto ulteriormente i trasferimenti verso  regioni e  comuni che rischieranno in questo modo di non  garantire compiutamente cure e assistenza alle persone non autosufficienti e disabili gravi, avvenga questa proposta con il compiacimento  del  ministro incaricato al welfare  e con il coinvolgimento diretto dello stesso gruppo bancario di cui la signora Fornero ne è stata illustre esponente fino a qualche mese fa(conflitto d’interessi?).
Temo che in questo modo il ricorso alla gestione privata del welfare diverrà un business in mano agli stessi colossi bancari e assicurativi che stanno evidentemente governando lItalia.
I cittadini saranno consigliati o peggio ancora  “costretti” dai ‘prossimi eventi istituzionali  verso una polizza assicurativa privata con tanto di versamento mensile nel corso della propria vita, sin da quando le condizioni di salute siano ancora buone, con l’unico  obbiettivo di creare un fondo privato associato e  preventivo che servirà per coprire la quota retta parte alberghiera attraverso la scelta di quattro  “pacchetti” che saranno così proposti: base, che copre il 25 per cento della retta , medium, che copre il 50 per cento, plus il 75 ed extra il 100 per cento con  costi che oscilleranno  dai 70 e i 350  euro al mensili !
In pratica la prospettiva futura sarà quella di pagare, oltre alle tasse nominali e per un lungo periodo della propria vita, una polizza assicurativa privata per potersi in seguito garantire, in età senile, un posto in una struttura adeguata nel momento che si dovrà  soffrire per la condizione di non autosufficienza, tutto questo  nonostante la normativa in vigore garantista in tutte le sue forme questo servizio universale contemplato nei livelli essenziali di assistenza (Lea) e ribadito con forza dalle molteplici sentenze recentemente emesse sul tema da parte di diversi tribunali amministrativi di varie regioni a partire dalla regione Veneto e il Consiglio di Stato che in maniera pressochè univoca annoverano le cure e l’assistenza agli anziani come garanzia istituzionale.
A cosa servirebbe, dunque, una polizza privata di questo tipo? Con quale prospettive?
Ciò detto, c’è da chiedersi seriamente cosa stia accadendo in Italia  e se qualcuno(..) non stia studiando il modo più adatto per trasferire questo diritto fondamentale tra le logiche del mercato costringendo le nuove generazioni a ricorrere verso forme assicurative private come onere aggiuntivo individuale e familiare.
Sono seriamente preoccupato di come questa vicenda possa trasformarsi in un pretesto per agire,in questo senso, sul fronte del servizio sanitario dove è possibile che qualcuno stia mirando allo scardinamento di un principio sancito dalla nostra costituzione per ampliare il business dei privati verso la globalità del servizio sanitario nazionale.
Davvero paradossale quanto indicativo che il convegno di presentazione della polizza denominata “vecchiaia serena” abbia l’avvallo del Ministro competente in materia che dovrebbe, al contrario, adoperarsi per garantire le adeguate risorse pubbliche necessarie allo scopo.

Cristiano Pavarin
portavoce circolo A."Gramsci"
rifondazione comunista
Rovigo

Marco Paolini e la Pedemontana

  http://www.youtube.com/watch?v=FJPkRVqepzc&feature=related

giovedì 16 febbraio 2012

Richiesta di adeguamento regolamenti comunali integrazione rette non autosufficienti ospitati in strutture residenziali pubbliche e Rsa.

Il 13 febbraio ho inviato dal Dipartimento di cui sono responsabile questa comunicazione ai 120 sindaci della nostra provincia di Vicenza! E in bocca al lupo che la legge venga rispettata.


Il 27 Dicembre scorso il TAR del Veneto si è pronunciato accogliendo il ricorso presentato da una cittadina ultrasessantacinquenne non autosufficiente ricoverata presso una struttura residenziale assistita contro il Comune di Vicenza. Il motivo del ricorso verteva sulla richiesta al Comune di integrare la quota alberghiera della struttura per la parte eccedente alla capacità di copertura della stessa da parte dell’assistita con esclusivo riferimento alla sua situazione economica.
Risulta evidente, dal dispositivo e dalle motivazioni della sentenza (il cui contenuto viene riportato integralmente in allegato), come l’indirizzo del Tribunale Amministrativo del Veneto sia chiaramente volto a dare applicazione alle disposizioni normative che prevedono che la richiesta di copertura della quota alberghiera per anziani non autosufficienti debba basarsi sulla situazione economica del solo assistito, senza chiamare in causa i familiari, e che, pertanto l’eventuale integrazione di retta spetta al Comune di residenza.
Ciò rilevato è logico dedurre come, in caso di altri contenziosi tra i Comuni, gli Enti erogatori di servizi e i cittadini aventi diritto, il TAR Veneto stabilirà il ripristino dello stesso diritto. Del resto in tal senso si era già espresso ufficialmente e ripetutamente l’Ufficio del Difensore Civico del Veneto.
Del resto, il pronunciamento del TAR non fa che prendere atto di un quadro normativo assolutamente esplicito in materia. L’assistenza sociosanitaria rivolta nei confronti degli anziani non autosufficienti deve essere assicurata dalla Pubblica Amministrazione e le cure rivolte ai medesimi soggetti sono comprese, ai sensi del decreto legislativo 502/92 nei LEA (livelli essenziali di assistenza). Quanto alla questione della copertura della retta, il decreto legislativo 109/1998 modificato con decreto legislativo 130/2000 (normativa ISEE) e l’art.25 della legge 328/2000 (integrazione socio-sanitaria) stabiliscono che le quote delle rette a carico degli ultrasessantacinquenni non autosufficienti, nonché delle persone affette da grave disabilità, ricoverati nelle strutture Residenziali Extraospedaliere debbano essere calcolate con esclusivo riferimento al reddito dell’assistito e non si possa evidentemente chiedere ai parenti di grado alcuno la compartecipazione al pagamento delle somme di denaro. In modo ancora più esplicito, la stessa legge 328/2000 art.6 comma 4 recita testualmente: “per i soggetti per i quali si rende necessario il ricovero stabile presso strutture residenziali,il comune nel quale essi hanno la residenza prima del ricovero,previamente informati,assume obblighi connessi all’eventuale integrazione economica”.
Infine, il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 Febbraio 2001 ”Atto di indirizzo e di coordinamento in materia di prestazioni socio-sanitarie” e l’art.54 della legge 289/02 stabiliscono che le rette dei ricoverati ultrasessantacinquenni non autosufficienti debbano essere pagate per il 50% dal SSN (Servizio Sanitario Nazionale) e per il restante 50% dai Comuni, con eventuale partecipazione dell’utente in base al valore ISEE calcolato esclusivamente sul reddito dell’assistito.
La stessa Regione Veneto, nella propria deliberazione di Giunta Regionale n.457/2007 dichiara che: ”la quota di retta di residenzialità qualificata come “alberghiera” è a carico della persona accolta nel Centro di Servizio Residenziale o, se dal caso, del Comune, previamente informato, presso il quale il cittadino è residente o è iscritto ai registri anagrafici al momento dell’ingresso in struttura, indipendentemente dalla sua condizione di non autosufficienza”.
Inoltre, già nel recente passato sono state innumerevoli le sentenze emesse da vari TAR di tutta Italia e addirittura del Consiglio di Stato che hanno affermato la piena validità del decreto legislativo n. 109 del 1998, come modificato dal decreto legislativo n. 130/2000 (articolo 2 comma 6):
1.     Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia – Sezione staccata di Catania, sentenza n. 0042/07 del 6 dicembre 2006, depositata in cancelleria il giorno 11 gennaio 2007
2.     Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana -Terza sezione, ordinanza n. 733/2007 del 6 settembre 2007, depositata in segreteria il 7 settembre 2007
3.     Tribunale Amministrativo Regionale per le Marche – Sezione prima, ordinanza n. 634/2007 del 18 settembre 2007
4.     Tribunale Amministrativo Regionale per le Marche, ordinanza n. 521/2007 del 18 settembre 2007
5.     Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana - Seconda sezione, ordinanza n. 43/2008 del 16 gennaio 2008, depositata in segreteria il 17 gennaio 2008
6.     Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia - Sezione prima, sentenza n. 291/08 del 5 – 19 dicembre 2007, depositata in segreteria il 7 febbraio 2008
7.     Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia – Sezione prima, sentenza n. 303/08, depositata in segreteria il 7 febbraio 2008
8.     Tribunale di Lucca (giudice dr. Giacomo Lucente), sentenza n. 0174/2008 del 1° febbraio 2008
9.     Tribunale Amministrativo Regionale per l’Emilia-Romagna, sentenza n. 176/2008 del 5 febbraio 2008
10.  Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia, sede di Palermo, ordinanza n. 372/2008 del 1° aprile 2008, depositata in cancelleria il 2 aprile 2008
11.  Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia (sezione staccata di Brescia), sentenza n. 350/2008 del 2 aprile 2008
12.  Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia, ordinanza n. 602/2008 del 16 aprile 2008, depositata in segreteria nella stessa data
13.  Consiglio di Stato, sezione quinta, ordinanza n. 2594 del 16 maggio 2008 (di reiezione del ricorso presentato dal Comune di Firenze contro la sopra citata ordinanza del T.A.R. della Toscana n. 43/2008)
14.  Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia, prima sezione, sentenza n. 1405/08 dell’ 8 maggio 2008
15.  Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia, quarta sezione, sentenza n. 4033/2008 del 10 settembre 2008
16.  Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia, sezione staccata di Brescia (Sezione Prima), sentenza n.01102/2008 del 20 marzo 2008, depositata in segreteria il 22 settembre 2008
17.  Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana, sezione terza, sentenza n. 02535/2008 del 26 giugno 2008, depositata in segreteria il 17 novembre 2008
18.  Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana (Sezione Seconda), ordinanza 01101/2008 del 26 novembre 2008, depositata in segreteria il 27 novembre 2008
19.  Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia, sezione staccata di Brescia (Sezione Prima), ordinanza 00836/2008 del 26 novembre 2008, depositata in segreteria il 28 novembre 2008
20.  Consiglio di Stato – sezione quinta, ordinanza n. 04582/2009 del 11 settembre 2009, depositata in segreteria il 14 settembre 2009;
21.  Consiglio di Stato – sezione quinta, ordinanza n. 02130/2010 del 11 maggio 2010, depositata in segreteria il 12 maggio 2010;
22.  Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia, sentenze n. 1483, 1484, 1485, 1486, 1487, 1488 del 14 maggio 2010 e sentenze n. 1581, 1582, 1583, 1584, 1585, 1586, 1587 del 20 maggio 2010.
È utile evidenziare come, in molti casi, la giustizia amministrativa si sia espressa richiedendo esplicitamente ai Comuni di interessati l’adozione di un regolamento che preveda un fondo di bilancio per lo scopo. Regolamento richiamato, ad esempio, dal Consiglio di Stato (Cons. Stato sez. 5^ 16.03.2011 n. 1607) con la finalità di facilitare l'accesso ai servizi sociali per le persone più bisognose di assistenza. In proposito va ricordata anche la sentenza n. 784/2011 emessa dalla Sezione prima del Tar della Lombardia il 9 gennaio 2011, depositata in Segreteria il 24 dello stesso mese, la quale ha precisato che i Comuni non possono negare o ritardare gli interventi rivolti alle persone non autosufficienti affermando di non avere la disponibilità di adeguate risorse economiche in quanto gli Enti locali sono “immediatamente tenuti a far fronte ai suddetti oneri (…) essendo stati vincolati ad applicare una disposizione immediatamente precettiva introdotta a tutela di una fascia di popolazione particolarmente debole”.
Agli scriventi risulta, dopo attenta analisi territoriale, che la larghissima maggioranza (se non la totalità) dei Comuni e degli Enti gestori dei servizi socio-assistenziali del Vicentino non abbiano regolamenti conformi alla normativa vigente, così come richiamato dalla sentenza n. N. 01971/2011 del 27\12\2011. In molti casi, infatti, tali regolamenti prevedono che anche i contributi finalizzati all’integrazione delle rette per anziani non autosufficienti e disabili siano subordinati alla condizione che il richiedente non abbia parenti tenuti agli alimenti, in evidente contrasto con quanto stabilito dalla succitata normativa.
Alla luce di tale situazione, anche al fine di evitare che i Comuni si trovino a dover far fronte in maniera imprevista ad interventi economici di notevole entità (magari anche con valenza retroattiva), nonché nell’ottica di garantire il rispetto di diritti sanciti dalla normativa vigente, riteniamo sia indispensabile convocare quanto prima una riunione congiunta delle quattro rappresentanze delle conferenze dei sindaci del Vicentino con l’unico obbiettivo di costituire un gruppo di lavoro qualificato per trattare l’argomento in oggetto allo scopo di redimere un regolamento idoneo e omogeneo che sia di riferimento per tutti i Comuni. Contemporaneamente, ben consapevoli delle ristrettezze economiche in cui versano attualmente gli Enti Locali, situazione destinata ad aggravarsi con l’attuazione delle pesanti e penalizzanti misure economiche varate dal governo in carica e da quello precedente, riteniamo indifferibile l’avvio di un percorso poltico-istituzionale che porti i con forza i Comuni ad ottenere le necessarie risorse economiche presso la regione Veneto e il governo.
Vi preghiamo di cogliere questa richiesta con lo spirito costruttivo che da sempre distingue l’operato nostro partito come occasione per la costruzione di un fronte politico amministrativo comune, con l’unico obbiettivo di rendere giustizia ai nostri concittadini meno fortunati e alle loro famiglie, specie in un momento di gravissima crisi economica e sociale, nel pieno rispetto della legge. Cogliamo l’occasione per esprimere la massima disponibilità da parte della nostra forza politica e di tutti i suoi rappresentanti istituzionali a collaborare in maniera costruttiva al raggiungimento degli obiettivi sopra evidenziati.
Confidando in un positivo riscontro, porgiamo i più distinti saluti.



Antonella Zarantonello
Responsabile provinciale sociale-sanità-disabilità PRC – Federazione della Sinistra Vicenza indirizzo e mail:sociale@prc-federazione.vicenza.it tel: 3480406820

Giuliano Ezzelini Storti Segretario provinciale PRC – Federazione della Sinistra Vicenza

mercoledì 15 febbraio 2012

Non possiamo tacere su questi fatti gravissimi! la politica deve intervenire

BERLINO – Sono state violentate per anni nelle case di cura che le avevano accolte: sono migliaia le donne tedesche con disagi psichici o fisici costrette a subire gli abusi sessuali di altri pazienti o, peggio, di chi avrebbe dovuto prendersi cura di loro. Lo rivela uno studio dell'universita' di Bielefeld commissionato dal ministero per la Famiglia, di cui dara' conto stasera sull'emittente Ard il programma 'Report Mainz'.
Secondo la ricerca almeno il 6% delle pazienti sarebbe stata vittima di aggressioni sessuali negli istituti che le avevano in cura. Impossibile dare un numero preciso di vittime, spiega la ricercatrice Monica Schroettle, direttrice del team che ha lavorato allo studio, ''ma in ogni caso si tratta di diverse migliaia di donne''.
La circostanza che rende ancora piu' grave le violenze ''e' che da un istituto di cura le donne non possono uscire'', ha spiegato Schroettle. Inoltre ''e' molto piu' difficile chiedere aiuto e ottenere sostegno''. Drammatici anche i dati sulle violenze psichiche e fisiche su minori e adulte: da un sondaggio non rappresentativo e' emerso che tre ragazze minori su quattro siano state vittime di episodi del genere, in particolare le non vedenti o non udenti. Tra le adulte, e' scritto nello studio, circa una su tre ha subito violenza psicologica (oltre il 50% delle donne con disagi psichici), una su cinque violenza fisica. Georg Ehrmann, presidente dell'associazione Deutsche Kinderhilfe, che si occupa di minori in difficolta', ha definito le violenze ''un grande tabu''': ''Semplicemente per il fatto che non puo' accadere quel che non deve accadere, i responsabili politici e delle associazioni chiudono gli occhi''. 14 febbraio 2012 | 17:14 http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-europa/germania-studio-shock-migli...

martedì 14 febbraio 2012

E' il giorno dell'amore ma penso al dolore

Scrivo oggi perchè questo giorno  e come tutte le feste programmate per festeggiare ruoli normali di vita io li boicotto, si è il giorno degli innamorati dicono, si dice e si vede... ma chi si ama ha bisogno di un giorno per festeggiare ? la festa porta  a spendere soldi e i soldi  per molti non ci sono ed è inutile che ci vengano a dire che bisogna spendere se non ci sono i soldi e se come stamattina in posta ho dovuto pagare ben 800 euro di bollette arretrate! In più oggi mi son venute in mente tutti i tipi di ingiustizie che ci sono nel mondo ma quella che più mi sta a cuore visto che sono una donna e che spesso l'ho dovuta subire è la violenza sulle donne, la violenza di qualsiasi tipo che un uomo perchè tale, perchè  maschio fa a una donna...
  A qualunque latitudine, indipendentemente dalla razza e dalla religione, le donne vengono quotidianamente violate, sfigurate, uccise, sono vittima di violenza e di soprusi che vorrebbero piegarle a semplice appendice degli uomini che le circondano.
Sarebbe ingiusto collegare questi fenomeni solo a culture diverse dalla nostra, a strati sociali più poveri, a religioni che consideriamo crudeli: la maggior parte delle donne, italiane e straniere, ricche e povere, cristiane e musulmane, subiscono violenza dentro le mura domestiche dai loro compagni attuali o passati che forse non si sono mai rassegnati all’idea di perdere qualcosa che consideravano loro proprietà assoluta.
Ma esiste anche un altro tipo di violenza, quella psicologica, subdola, strisciante, quella che ogni giorno viene perpetrata dai mezzi di comunicazione che ci impongono uno standard di estetica e di comportamento di dubbio gusto, un modello che rischia di riportare le donne indietro di diversi decenni cancellando anni di lotte femminili per ottenere più dignità e rispetto.
L’impegno che anche oggi mi voglio prendere è quello di combattere con tutte le armi a mia disposizione questi modelli deviati e fuorvianti e promuovere contemporaneamente una cultura improntata alla condivisione di diritti e doveri, alla democrazia domestica, alla parità di genere che arricchisce uomini e donne.
E quest'ultima frase la dedico a una mia cara amica violentata dal padre che era ancora una bimba ...stiamo sempre attente che i pedofili e i violenti spesso si nascondono dietro auree celestiali di suoni di campane....

-e penso a te(.........) ai tuoi occhi pieni di paura di quei giorni in cui non potevi sapere la gravità del fatto. Penso a quando l'hai confidato a  chi diceva di amarti  e non ti ha creduta..... non sei  più sola ci sono io che ti sostengo ora e che porto con te il dolore delle donne.

domenica 12 febbraio 2012

L'indifferenza è complicità

Reggio Emilia, 11/02/2012
A tutti i cittadini
A tutti gli antifascisti
Oggi nel tentativo di raggiungere un locale pubblico dove ripararsi dal freddo, alcuni compagni del movimento di RE sono stati fermati dalla Digos e in tale occasione gli è stato notificato che per loro era impossibile raggiungere il locale di destinazione in quanto nella piazza antistante al bar, due ore dopo si sarebbe tenuta una manifestazione sulle foibe che prevedeva la partecipazione di vari gruppi legati all’estrema destra fascista.
Questa ci ricorda quando gli oppositori del fascismo venivano confinati,repressi, al fine di impedire un qualsiasi dissenso. Ci ricorda anche le disposizioni di legge fasciste che prevedevano il fermo dei soggetti politicizzati in determinate occasioni.
Inoltre alla domanda di un compagno se, da libero cittadino, poteva attraversare la piazza per accedere al locale, la risposta è stato un secco “ NO. Voi non siete liberi cittadini ”.
Ciò dimostra ancora una volta l’appoggio incondizionato di cui godono alcuni gruppi xenofobi, razzisti e autoritari da parte dello stato, di cui sono i naturali servitori, e delle sue forze di repressione,dell’assoluto menefreghismo dell’antifascismo istituzionale targato ANPI-CGIL-PD che continuano a riempirsi la bocca di belle parole ma di fatto rimangono complici del tentativo di radicamento di tali gruppi sul territorio.
Notiamo altresì come l’amministrazione comunale non abbia avuto difficoltà a concedere la piazza principale della città a gruppi fascisti mentre ha sempre negato l’agibilità a tutti coloro che si muovono in una direzione di radicale opposizione agli autoritarismi politici, economici e sociali.
L’INDIFFERENZA E’ COMPLICITA’
Gli antifascisti reggiani.

Assembea Pedemontana a Montecchio Maggiore e proposte

Sette proposte per una alternativa. La SPV esiste già per la Valle dell'Agno si chiama A31!

Giovedì 2 febbraio una interessante Assemblea si è svolta a Montacchio Maggiore. Oltre 200 persone erano presenti e numerosi sono stati gli interventi. Essi hanno condiviso differenti posizioni di partenza chiedendo di riaprire l'impegno per bloccare questo progetto dell'infrastruttura che offende i cittadini dell'ovest vicentino. Sono intervenuti dal tavolo il Prof. Bruzzo che ha parlato della vicenda della Valdastico Sud, Lanfranco Tarabini del CDST Malo che ha significativamente puntualizzato la necessità di considerare l'intera vicenda dalla pedemontana e la mobilitazione contro di essa come una questione di ripensamento del nostro cosiddetto sviluppo e una parte della vicenda per la difesa dei Beni Comuni. E' intervenuto anche Massimo Follrsa che oltre a ricordare la vicenda dei ricorsi ancora aperta, ha puntualizzato le contraddizioni del progetto di finanza come PROGETTO di DEBITO, ha infine avanzato sette proposte alternative per l'infrastruttura a nome del CoVePA.
Il Co.Ve.P.A. chiede alla Regione Veneto, al Presidente della Giunta, agli Assessori, e a tutto il Consiglio Regionale di avviare un confronto pubblico per una revisione del progetto dell’infrastruttura; la sentenza del TAR non ha affatto annullato il progetto e l’affidamento al vincitore della gara, ma lo ha riportato alla fase preliminare. Di fatto l’opera ritorna alle parti interessate dei cittadini e dei loro rappresentanti nella conferenza dei sindaci come promosso dalla legge istitutiva del 1998 e dalle modifiche del 2001 dentro al criticabile procedimento della legge obiettivo.
Per questo l’ing. Vernizzi non può sostenere che la sentenza ha annullato il progetto tout court, né quindi può sostenere che il concessionario incaricato di realizzare l’opera possa richiedere risarcimento dei danni a causa della sentenza. Semmai l’illegittima dichiarazione di emergenza viaria ha incardinato una serie di costi aggiuntivi, che non si sarebbero dovuti sostenere e quindi potrebbe configurarsi il danno erariale. Di questo dovrebbero eventualmente preoccuparsi le istituzioni regionali e le persone che le rappresentano.
Chiediamo un confronto in ambito istituzionale con tutte le parti interessate del territorio pedemontano delle Province di Vicenza e di Treviso, in quanto portatori di interessi legittimi e trasparenti. Tra questi i primi devono essere associazioni e comitati territoriali di cittadini, rappresentanti locali delle forze economiche, amministratori locali, rappresentanti politici locali, sull’esempio delle migliori pratiche già da tempo adottate nei paesi del nord Europa (Germania in primis, secondo il principio degli stakeholders).
L’obbiettivo che proponiamo è la modifica del sistema economico finanziario, e della proposta di progetto che il Commissario ha voluto attuare in deroga alle leggi ordinarie. Siamo convinti che ciò può avvenire, pur facendo salvi gli obblighi economici verso il legittimo esecutore, dando risposte alle vere esigenze di mobilità della fascia pedemontana veneta con sette proposte alternative:

  1. riduzione del tracciato al collegamento tra A31e A27 (per razionalizzazione dei costi economici e ambientali); 
    UNA ALTERNATIVA PER LA VALLE DELL’AGNO
    10 KM DI BRETELLA PER LA NUOVA 246 TRA CANOVE DI MONTECCHIO MAGGIORE E CEEDA DI CORNEDO VICENTINO e COMPLEAMENTO DELLA BRETELLA TRA NUOVA 246 E CASELLO A4 DI ALTE CECCATO
  2. riuso dei sedimi esistenti e realizzazione strada a scorrimento veloce nel trevigiano;
  3. massima permeabilità al traffico locale (drive through), tre barriere di esazione automatizzate per traffico a lunga percorrenza, con eliminazione dei caselli e delle complanari;
     
  4. connessione dell’infrastruttura automobilistica alle ferrovie esistenti;

  5. progettazione degli scambi merci tra strada e ferrovia sui tre assi ferroviari nord – sud (Val d’Astico- Canale del Brenta-BellunoVenezia);
  6. verifica su basi contemporanee del Piano di Fattibilità, del Piano Economico Finanziario e della Convezione Economica;
    Estr. D.G.R.V. 3804 3/12/2004

  7. verifica di rispondenza della VIA sul progetto definitivo.

domenica 5 febbraio 2012

Assemblea sulla Pedemontana a Montecchio Maggiore

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