lunedì 11 gennaio 2021

In ricordo di Fabrizio De Andrè a 22 anni dalla sua morte

 

De Andrè, il cantautore poeta

A 22 anni dalla morte del musicista, esempio di uomo libero

De Andrè, il cantautore poeta

GENOVA (11 gennaio 2021) - "Essere se stessi è una virtù esclusiva dei bambini, dei matti e dei solitari". A 22 anni dalla sua morte è una delle lezioni di libertà del grande cantautore e poeta del Novecento, Fabrizio De Andrè. Nato a Genova, pubblica nel 1958 il suo primo disco, un 45 giri contenente due canzoni non sue, "Nuvole barocche" e "E fu la notte". Nel 1962 sposa Puny, una ragazza genovese che lo stesso anno gli dà un figlio, Cristiano, oggi a sua volta musicista e cantante. Intanto escono altri dischi divenuti poi classici: "La guerra di Piero", "La ballata dell’eroe", "Il testamento", "La ballata del Michè", "Via del Campo", "La canzone dell’amore perduto", "La città vecchia", "Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers" (scritta con Paolo Villaggio) e "La canzone di Marinella", che nel '68 viene incisa da Mina e trasforma De Andrè in autore di successo. 

Nel 1968 esce per l’album Volume I, seguito l’anno dopo da Tutti morimmo a stento e da Volume II: i tre dischi raggiungono il vertice delle classifiche di vendita. Nel 1970 La buona novella, tratto dai Vangeli apocrifi. Nel '71 Non al denaro, Non all’amore nè al cielo, ispirato da "L'antologia di Spoon River" di Edgar Lee Masters. Nel 1973 è la contestazione del '68 a fornire lo spunto per l’ellepì Storia di un impiegato. Nel 1974, in Canzoni, Fabrizio raccoglie traduzioni da Brassens, Dylan e Cohen e brani suoi degli anni sessanta. Nel 1975 De Andrè collabora con De Gregori, esce Volume VIII. Si trasferisce in Sardegna, dove acquista la tenuta dell’Agnata, presso Tempio Pausania, dedicandosi all’agricoltura e all’allevamento di animali. Nel 1977 Dori Ghezzi, alla quale Fabrizio si è unito, gli dà una figlia, Luisa Vittoria detta Luvi. L’anno successivo esce l’album Rimini, le cui canzoni vengono portate in tour con l’ausilio della PFM. Da quel tour viene pubblicato nel 1979 un doppio album dal vivo. Ad agosto, a l'Agnata, De Andrè e Dori Ghezzi vengono sequestrati: sono rilasciati quattro mesi dopo.

L'esperienza del sequestro e la realtà della gente sarda ispirano parte di una raccolta di brani senza titolo che i mass media battezzano L’Indiano, dal dipinto di copertina. Nel 1984 De Andrè realizza con Mauro Pagani Creuza de mâ, che unisce la lingua genovese alle sonorità della tradizione mediterranea. Nel 1989 sposa Dori Ghezzi, mentre nel 1990 esce l’album Le nuvole. Nel 1991 esce il doppio live "1991 - Concerti, seguito nel 1992 da un nuovo tour teatrale. Nel 1996 è la volta di "Anime salve". Nel 1997, esce "Mi innamoravo di tutto", un’antologia che contiene un duetto con Mina, "La canzone di Marinella". Continuano nel frattempo i concerti, che deve però interrompere nell’estate del 1998 per motivi di salute. Muore l’11 gennaio del 1999, ma la sua lezione resta attuale e immortale. Un intellettuale, un poeta, un uomo libero e un grande musicista: "Se posso permettermi il lusso del termine, da un punto di vista ideologico sono sicuramente anarchico. Sono uno che pensa di essere abbastanza civile da riuscire a governarsi per conto proprio". (ITALPRESS)

11 Gennaio 2021

Strage stazione di Viareggio, la disperazione dei parenti delle vittime

 Questa notizia mi fa sentire veramente delusa... in quanto mi sono sempre sentita vicina alla lotta dei parenti delle vittime per avere giustizia dopo questo terribile incidente ferroviario. Mi sento anch'io disperata. E' la giustizia questa? Spero tantissimo che ci ripensino....

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Strage stazione di Viareggio, la disperazione dei parenti delle vittime

La Cassazione riapre il processo. Prescritti gli omicidi colposi escluso per Moretti

Sono stati dichiarati prescritti gli omicidi colposi per la strage di Viareggio a seguito dell'esclusione dell'aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza nel lavoro: lo ha deciso la corte di Cassazione rinviando alla corte d'Appello di Firenze la riapertura dell'appello bis.  Da rivalutare la responsabilità per il solo reato di disastro ferroviario colposo. 

Scene di disperazione fra i parenti delle vittime della strage di Viareggio, davanti al palazzo dalla Corte di cassazione a Roma. Molti di loro sono scoppiati in lacrime quando hanno ricevuto la notizia del verdetto che dichiara prescritti gli omicidi colposi per il disastro ferroviario nel quale persero la vita 32 persone nel giugno del 2009, a seguito dell'esclusione dell'aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza nel lavoro.

"E' stato ridimensionato radicalmente il verdetto della Corte d'Appello di Firenze: la Cassazione ha emesso un dispositivo molto complesso ma ad una prima lettura emerge subito che è stato colpito in modo profondo l'impianto delle accuse e delle responsabilità". Questo il primo commento dell'avvocato Franco Coppi, difensore dell'ex di Fs e Rfi, Mauro Moretti nel processo per la strage di Viareggio, nella quale era stato condannato a 7 anni.

"Grande soddisfazione per il verdetto della Cassazione che ha fatto giustizia della sentenza della corte di Appello di Firenze che abbiamo da sempre contestato: ora è stata definitivamente esclusa la condanna di Rfi per la strage di Viareggio". Questo il commento dell'avv. Carla Manduca che ha difeso la posizione di Rfi insieme a prof. Alfonso Stile. "E' stato escluso anche il risarcimento per tutte le 22 associazioni che si erano costituite come parti civile nel processo", ha aggiunto la legale ricordando che i familiari delle vittime sono stati invece risarciti.

Cassazione, Moretti escluso da prescrizione  - Per quanto riguarda la conferma dell'esistenza del reato di omicidio colposo plurimo, affermata oggi dalla Cassazione nel processo per la strage di Viareggio, "tale reato, con l'eccezione dell'imputato che aveva rinunciato alla prescrizione, è stato dichiarato prescritto in quanto esclusa la circostanza aggravante della violazione delle norme di prevenzione sui luoghi di lavoro. A questa decisione ha fatto seguito la conferma dei risarcimenti in favore di molte parti civili e la revoca degli stessi in favore di alcune altre". Con questa precisazione, la Suprema Corte, pur senza citarlo, ha fato riferimento alla posizione dell'ex ad di Fs e Rfi Mauro Moretti che in appello aveva rinunciato alla prescrizione ed era stato condannato a sette anni, come in primo grado. "La decisione ha confermato per numerosi imputati la responsabilità per il reato di disastro ferroviario colposo, così confermando la condanna inflitta dalla Corte di appello di Firenze, che è stata dichiarata definitiva. Per altri imputati ha annullato la sentenza in relazione ad alcuni profili di colpa ed ha rinviato per un nuovo giudizio alla Corte d'appello di Firenze. Per il reato di disastro ferroviario, le condanne al risarcimento dei danni sono state confermate in favore di tutte le parti civili legittimate. La pronuncia di prescrizione, infine, comporta la necessità di una nuova valutazione della pena da irrogare ai ricorrenti, che sarà decisa dal giudice di appello", conclude la nota della Cassazione.

Cassazione: inflitte 11 condanne definitive  - Sono stati condannati in via definitiva, dalla Cassazione per la strage di Viareggio, undici imputati in relazione alle accuse di disastro colposo ferroviario. Tra loro - si legge nel dispositivo emesso dalla Suprema Corte - c'è anche l'ex ad di Trenitalia Vincenzo Soprano, oltre a sette dirigenti di società tedesche e austriache del trasporto ferroviario e ai manager italiani Paolo Pizzadini, Daniele Gobbi Frattini e Mario Castaldo che risponde in qualità di amministratore delegato di Carbo Chemical e poi di responsabile del settore Industria Chimica e Ambiente di F.S. Logistica spa. Per loro la pena - "trattamento sanzionatorio" - sarà ricalcolata dalla Corte di Appello di Firenze dato che deve essere scorporata la parte della condanna inerente l'accusa di omicidio colposo plurimo dichiarata prescritta per il venir meno dell'aggravante della violazione di norme sulla sicurezza del lavoro. Per Castaldo, l'appello bis si riapre anche in relazione alla sua posizione di direttore della Divisione Cargo di Trenitalia "per nuovo giudizio sul punto".

I familiari: "Giornata nera, torna la prescrizione" - "Se così fosse confermato è una giornata nera. Noi speravamo nella giustizia. E' chiaro che dobbiamo capire con i nostri avvocati cosa è successo. Ci sono state due sentenze che hanno lavorato per portare quello che è un giudizio nel merito della legge, tutto quello che sono i documenti, i periti, tutto quello che è stato fatto per far emergere la verità dei fatti. Periti da tutta Italia e Europa sono venuti a raccontare lo stato delle ferrovie. Oggi si scrive una parola triste perchè nuovamente la parola prescrizione torna in un processo così importante per il Paese". Lo ha detto Marco Piagentini, dell'associazione Il Mondo che vorrei onlus, che riunisce familiari delle vittime della strage di Viareggio del 29 giugno 2009 commentando la Cassazione.

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